







(TANTE) PICCOLE SOLITUDINI – POST SCRIPTUM
Riviste (viste ancora) di malinconia quotidiana in forma di sedie monoblocco.
E’ una raccolta visiva di presenze silenziose: sedie monoblocco di plastica, fotografate in giro per l’Italia, dimenticate o in attesa.
Sono oggetti comuni, intercambiabili, a volte trascurati. Ma se le guardi con occhi fermi, ti accorgi che ognuna di loro è un post scriptum lasciato nel paesaggio: una nota finale, una traccia che dice qualcosa che non era stato detto prima.
In queste immagini c’è malinconia, ma non tristezza.
C’è la nostalgia di ciò che è passato e la delicatezza dei gesti minimi: qualcuno si è seduto, ha aspettato, ha guardato, ha amato, ha lasciato qualcosa.
Poi se n’è andato. Le sedie parlano. Sono piccole isole vuote, ma dense. Contengono le (tante) piccole solitudini che ci accomunano. Storie non raccontate, vite appena accennate, pezzi di noi che restano nei luoghi che attraversiamo.
Gesti minimi, come il sedersi accanto a qualcuno per ascoltarlo.
Ogni foto è un invito a rallentare, a osservare, a ricordare. E forse a scrivere il proprio post scriptum.
Re-seen (still seen) glimpses of everyday melancholy in the form of monobloc chairs
It is a visual collection of silent presences: plastic monobloc chairs, photographed around Italy, forgotten or waiting.
They are common objects, interchangeable, sometimes neglected. But if you look at them with steady eyes, you realize that each one is a post scriptum left in the landscape: a final note, a trace that says something that hadn’t been said before.
In these images there is melancholy, but not sadness.
There is nostalgia for what has passed, and the delicacy of minimal gestures: someone sat down, waited, watched, loved, left something behind.
And then they went away. The chairs speak. They are small empty islands, yet dense. They contain the (many) small solitudes that we share. Untold stories, lives barely sketched, fragments of ourselves that remain in the places we pass through.
Minimal gestures, like sitting next to someone to listen.
Each photo is an invitation to slow down, to observe, to remember. And perhaps to write one’s own post scriptum.
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